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120 battiti al minuto

di Robin Campillo — Francia, 2017, 135'
con Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois, Adèle Haenel, Antoine Reinartz, Félix Maritaud. VM 14 anni

guarda il trailervisita il sito

"Magistrale" Libération

“Ribelle e appassionato” The Guardian

"Elettrizzante e commovente" Variety

“Un'opera di stupefacente energia" Indiewire

Accolto come un capolavoro all’ultimo Festival di Cannes, dove ha conquistato il Grand Prix, il Premio Fipresci e la Queer Palm, 120 battiti al minuto si candida a diventare uno dei grandi eventi cinematografici della stagione. “Ho amato quel film dal primo minuto sino all’ultimo – ha dichiarato commosso il presidente della giuria di Cannes, Pedro Almodóvar, dopo la premiazione – non mi sarebbe potuto piacere di più. Campillo ha raccontato storie di eroi veri che hanno salvato molte vite”

Nella Parigi dei primi anni Novanta, il giovane Nathan decide di unirsi agli attivisti di "Act Up-Paris", associazione pronta a tutto pur di rompere il silenzio generale sull’epidemia di AIDS che sta mietendo innumerevoli vittime. Act Up guadagna sempre più visibilità, mentre Nathan inizia una relazione con Sean, uno dei militanti più radicali del movimento.

Candidato agli Oscar dalla Francia come miglior film straniero.

Un’opera intensa, sconvolgente, bellissima, che  entra sotto pelle suscitando ammirazione nei confronti di generazioni che sputarono sangue, letteralmente, per sopravvivere all’omofobia, all’odio, all’ignoranza, ad un destino maledetto da cui un tempo era quasi impossibile sfuggire.

25 anni dopo Philadelphia di Jonathan Demme, il cinema torna ad occuparsi di HIV ed AIDS con toni drammatici e volutamente espliciti, sconvolgendo le corde emozionali tra lunghi meeting organizzativi e storie di vita privata, tra blitz di protesta e notti in discoteca, palpitanti scene di sesso e intensi sguardi d’amore.

Campillo, visionario e al tempo stesso classico nella regia di un film che in 135 minuti di durata non perde mai presa con lo spettatore, riporta in vita quell’entusiasmo, quella paura di morire, quella rabbia generazionale, quell’angoscia, quel senso di appartenenza oggi come oggi scomparso, ai tempi della rete che tutto assorbe e riunisce. All’epoca le persone dovevano unirsi fisicamente in uno spazio reale, fronteggiarsi gli uni con gli altri e confrontare le proprie idee, per arrivarne a capo.
Corpi e volti che si deteriorano senza però mai abbandonare la speranza, la voglia di vivere, di amare, di godere.

Armati di cartelli e voce, gli attivisti di Act Up diedero la loro vita, letteralmente, per arrivare ad una maggiore considerazione, a delle risposte, al rispetto e ad una cura, ancora oggi mancante.
Campillo, che ha voluto quasi tutti attori gay per dare ulteriore credibilità ai propri personaggi, ha pescato dal mazzo il 31enne Nahuel Pérez Biscayart, eccezionale nel dare forza al declino fisico di un adolescente furioso per una morte ingiusta ma inevitabile, e il 33enne Arnaud Valois, bellissimo ex modello non a caso lanciatissimo in patria, perché recitativamente parlando ipnotico e capace. 

Arcobamedia

Il film viene normalmente proiettato nella versione doppiata in italiano. Solo lunedì 16 e giovedì 19 ottobre, alle ore 20:45 sarà proiettato in versione originale sottotitolato in italiano.